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L'importante regista Ludvig Josephson, a metà dell'Ottocento, rievoca le compagnie d'opera italiane che percorrevano l'Europa, quasi emulando i comici dell'arte e riscuotendo ovunque curiosità e interesse. Si trattava spesso di formidabili cantanti e un gruppo particolarmente celebre aveva lavorato "sotto la conduzione musicale dell'esperto maestro Sperati (che avrebbe poi soggiornato in Svezia e si sarebbe stabilito infine a Christiania)". In un rigo, si sintetizza lo straordinario destino di questo attivissimo emigrante piemontese nato a Venaria Reale nel 1821 e rampollo di una dinastia con radici nella musica militare dell'esercito sabaudo che avrebbe animato e fecondato per anni la povera vita teatrale norvegese e collaborato con il giovane Ibsen. In questo libro, si trascrive e commenta, infatti, la sua partitura per Festa, Solhoug, il primo successo anche internazionale di Ibsen del 1856-7, e s'inquadra la figura poco nota di questo notevole italiano e della sua famiglia, che dal Piemonte alla Scandinavia s'irradierà musicalmente in America.